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Selenio: sintomi da carenza ed eccesso e differenza di contenuto negli alimenti di diversi database.


mercoledì 5 luglio 2023


Selenio: sintomi da carenza ed eccesso e differenza di contenuto negli alimenti di diversi database

Il selenio è un oligoelemento essenziale sia nel cane che nel gatto e sia una sua carenza, che un suo eccesso, possono causare problemi ai nostri pazienti

Esso svolge diverse funzioni nell'organismo.

Essendo un componente essenziale degli enzimi antiossidanti, come la glutatione perossidasi, aiuta a proteggere le cellule dai danni causati dai radicali liberi.

Il selenio ha anche un ruolo fondamentale nel mantenimento del normale metabolismo degli ormoni tiroidei e dello iodio, in particolare esso è contenuto negli enzimi deiodinasi che regolano la conversione di T4 in T3.

Inoltre, è importante per la salute riproduttiva, poiché regola la produzione di ormoni sessuali, aiuta a prevenire patologie cardiache e danni ai tessuti del cuore ed è fondamentale per supportare la funzionalità delle cellule immunitarie.

Questo minerale viene assorbito principalmente nel duodeno attraverso un meccanismo di trasporto attivo e la quantità che viene assorbita dipende dalla quantità di selenio presente nella dieta.

Tuttavia, la biodisponibilità del selenio dipende molto dalla forma chimica in cui viene consumato.

Infatti, le forme organiche, come la selenometionina e la selenocisteina, derivano principalmente da alimenti come carne, pesce, visceri o uova e sono generalmente più biodisponibili e facilmente assorbite rispetto alle forme inorganiche.

Il selenio inorganico, generalmente sottoforma di sali minerali come il selenato di sodio e il selenito di sodio, è invece la forma di integrazione più frequentemente utilizzata negli alimenti PetFood e negli integratori alimentari per cani e gatti, sembra che possa essere parzialmente assorbita anche per semplice diffusione e sembra che possa presentare un livello di tossicità più elevata del selenio organico.

Esistono anche altri fattori che possono influenzare l'assorbimento del selenio, come, per esempio, la presenza di alti livelli di zinco e rame nella dieta che possono interferire con l'assorbimento del selenio, o la presenza di patologie gastroenteriche con malassorbimento che possono coinvolgere anche questo minerale.

La carenza di selenio, nei cani e nei gatti, può causare problemi cardiaci, muscolari, di fertilità e di riduzione del sistema immunitario, nonché, problemi di crescita negli animali in accrescimento mentre i sintomi di un eccesso di selenio sono principalmente vomito, diarrea, tremori, convulsioni con debolezza e letargia.

FEDIAF, nelle sue linee guida pone dei limiti minimi e massimi, per l'apporto giornaliero di selenio sia nel cane che nel gatto.

Nel cane adulto il fabbisogno minimo viene indicato come di 23 microgrammi per le diete umide e di 18 microgrammi per le diete secche ogni 100 grammi di sostanza secca, e di 57,50 microgrammi per le diete umide e di 45 microgrammi per le diete secche ogni 1000 kcal di energia metabolizzabile.

Entrambi questi valori vanno tenuti in considerazione quando il fabbisogno energetico del cane viene calcolato con la formula 110 x peso metabolico0,75.

Più alto è il fabbisogno minimo nei cani in accrescimento, in gravidanza e in lattazione che, secondo FEDIAF, è pari a 100 microgrammi sia per diete secche che umide ogni 1000 kcal.

Nel gatto i fabbisogni minimi sono leggermente più elevati, pari a 26 microgrammi nelle diete umide e a 21 microgrammi nelle diete secche ogni 100 grammi di sostanza secca nei soggetti adulti e di 30 microgrammi (sempre su S.S.) nei soggetti in accrescimento.

Questi valori corrispondono a 65 microgrammi ogni 1000 kcal per le diete umide e a 52,50 microgrammi per le diete secche nei gatti adulti, e a 75 microgrammi ogni 100 kcal nei soggetti in accrescimento.

Tuttavia, alcuni studi hanno dimostrato che il fabbisogno di selenio, nel cane e nel gatto, dipende in parte anche dal contenuto in vitamina E negli alimenti e nell'organismo.

Infatti, il selenio e la vitamina E lavorano in sinergia per ridurre gli effetti distruttivi dei perossidi che si formano durante l'ossidazione dei lipidi delle membrane cellulari.

La vitamina E riduce il fabbisogno di selenio mantenendo questo minerale all'interno del corpo in una forma attiva e prevenendo la sua perdita dall'organismo nonché prevenendo la distruzione dei lipidi all'interno delle membrane, inibendo così la produzione di idroperossidi e riducendo la quantità di selenio-enzima dipendente necessario per distruggere i perossidi formati nelle cellule.

Il limite massimo, indicato da FEDIAF, è di tipo legale, uguale per tutti gli animali e corrisponde a 56,8 microgrammi ogni 100 grammi di sostanza secca.

Questo limite deve essere applicato solo quando il selenio viene aggiunto come integratore, ma rappresenta il limite per il contenuto totale del selenio presente nella dieta.

La ragione risiede in alcuni studi che hanno dimostrato che le fonti inorganiche di selenio possono essere tossiche a dosi elevate per la loro incapacità di essere metabolizzate completamente e di essere immagazzinate nel corpo.

Questi limiti sono gli stessi che vengono utilizzati dai nutrizionisti quando preparano dei piani nutrizionali casalinghi, ma con una difficoltà in più: riuscire a sapere con esattezza il contenuto di selenio nelle materie prime.

Infatti, a seconda dei database utilizzati per reperire i dati, il valore del selenio contenuto nelle principali fonti proteiche cambia notevolmente.

Qui di seguito riportiamo una tabella in cui viene paragonato il contenuto in microgrammi di selenio su 100gr di alcuni alimenti in cui il valore differisce parecchio a seconda del database da cui viene prelevato il dato.

ALIMENTO
BDA-IEO
USDA DATABASE
BANCA DATI SVIZZERA

Petto di pollo crudo
10
22,8
14

Lombata di vitellone cruda
6
21,3
6,1

Carne di cavallo cruda
3
10,1
-

Bistecca di maiale
14
25,2
16

Petto di tacchino crudo
7
22,1
8,9

Carne di cervo
9
9,4
-

Uovo intero
5,8
31,1
23

Merluzzo crudo
16,5
33,1-22,9
23

Tonno
112
90,6
-

Fegato di bovino
42
39,7
-

Fegato di pollo
9
54,6
-

Crusca di grano
4,3
77,6
-

Riso crudo
14-16
15,1
13



Sicuramente, tra le variabili che influiscono su questi dati così discordanti rientra la quantità di selenio presente nel suolo dove gli animali vengono allevati e dove i cereali vengono coltivati, tuttavia, una parte di ragione risiede anche nella provenienza dei dati inseriti nei database.

Infatti, una buona parte dei dati relativi al selenio nei database sia italiani che stranieri, è di tipo analitico e proveniente dalla bibliografia risalente agli inizi del 2000 e non da analisi dirette degli alimenti.

BIBLIOGRAFIA:
- Fan, A.M. and K.W. Kizer, 1990. Selenium. nutritional, toxicologic and clinical aspects. West J. Med., 153: 160-167.
- FEDIAF Nutritional Guidelines for Complete and Complementary Pet Food for Cats and Dogs, 2021
- MS Hand, CD Thatcher, RL Remillard, P Roudebush & BJ Novotny. Small Animal Clinical Nutrition 5th edition. ed. 2010, chapter 6
- Reasbeck, P.G.; Barbezat, G.O.; Weber, F.L.; Robinson, M.F.; Thomson, C.D. Selenium absorption by canine jejunum. Dig. Dis. Sci. 1985, 30, 489–494.
- Viola Zentrichová , Alena Pechová and Simona Kovaˇríková. Selenium and Dogs: A Systematic Review. Animals 2021, 11, 418. https://doi.org/10.3390/ani11020418
- K.C. Sharadamma, B. Purushotham, P.M. Radhakrishna, P.M. Abhilekha and H.M. Vagdevi, 2011. Role of Selenium in Pets Health and Nutrition: A Review. Asian Journal of Animal Sciences, 5: 64-70.
- Food data central USDA: https://fdc.nal.usda.gov/fdc-app.html
- Database alimenti BDA-ieo
- Banca dati svizzera dei valori nutritivi 


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